Nel mondo del gaming sono sempre più diffuse e, al contempo, sempre più discusse. Stiamo parlando delle loot box, ovvero le casse premio che sempre più giochi presentano al loro interno, con diverse finalità. Al giocatore di solito si presenta una scelta casuale fra tre o più “bauli virtuali” con all’interno delle ricompense – altrettanto virtuali – come ad esempio equipaggiamenti opzionali o monete da spendere all’interno del titolo videoludico.
Nel sistema delle loot box l’unica cosa non virtuale sono i soldi necessari per acquistarle, che sono invece del tutto reali, anche se sotto forma di micro transazioni.Le ricompense casuali hanno iniziato a comparire una decina d’anni fa e oggi sono ampiamente diffuse in diversi tipi di giochi e per tutti i tipi di hardware: smartphone, PC e console.
Si tratta in sostanza di un sistema utilizzato dai produttori di giochi per monetizzare ulteriormente (oltre al prezzo d’acquisto) con un determinato titolo, rendendolo di fatto “pay to win”. Il giocatore che vuole avere un vantaggio rispetto agli avversari, oppure vuole velocizzare il sistema delle ricompense, può scegliere di acquistare un baule virtuale. Proprio qui inizia la questione che rende le loot box tanto odiate dai giocatori quanto dagli addetti ai lavori e dalle legislazioni di mezzo mondo.
Dal momento che la scelta di una o dell’altra cassa è del tutto casuale da parte del giocatore, questo sistema in diversi Paesi potrebbe essere classificato come gioco d’azzardo e potrebbe richiedere una regolamentazione giuridica per le loot box.
L’utilizzo di sistemi “paytowin” casuali nei titoli videoludici generano effettivamente una scarica di adrenalina simile a quella che si prova con i giochi d’azzardo, per via della combinazione di soldi e ricompensa. Per chi ama giocare, un riconoscimento ufficiale delle loot box come gioco d’azzardo potrebbe portare ad una maggiore consapevolezza in questo senso, come già avviene per i giochi d’azzardo tradizionali.
La regolamentazione potrebbe portare allo sviluppo del settore, in modo del tutto legale, così come è avvenuto in questi anni per il settore dell’intrattenimento in rete e del gambling online. Il fatto di avere un quadro normativo di riferimento all’interno del quale muoversi, potrebbe essere un vantaggio per i produttori di videogiochi, che potrebbero contare una forma di monetizzazione legale e regolata. Dall’altra parte, i giocatori sarebbero maggiormente tutelati e potrebbero scegliere in modo più consapevole.
Le regole che potrebbero venire imposte ai produttori di giochi potrebbero riguardare l’obbligo di informare il giocatore che l’acquisto casuale di opzioni all’interno del titolo rappresenta una forma di gioco d’azzardo. Qualcosa in questo senso è stato fatto dal governo cinese con una norma che obbliga gli sviluppatori ad indicare le percentuali di vincita o la rarità di ogni singola cassa. Sarà questo il futuro delle loot box?